Quali alimenti comprare

QUANDO LA DATA DI SCADENZA VA DAVVERO RISPETTATA?

Esistono cibi semi-eterni e scadenze che spesso possiamo ignorare: portafoglio e ambiente ringraziano!

Partiamo da due dati che ti faranno riflettere:

30 kg/anno è la quantità di cibo buttato da ogni italiano;

9 miliardi di €/anno è lo spreco alimentare dello Stivale.

Davanti a questi numeri, che non solo parlano di denaro buttato, ma soprattutto denunciano un inutile inquinamento da produzione intensiva, industria alimentare e smaltimento rifiuti, è bene soffermarsi a pensare.

Lo sottolineo sin da subito, visto che, comprensibilmente, ci sono scuole di pensiero che invitano al rigoroso rispetto delle scadenze, trattandosi di una conquista del progresso a tutela del consumatore, ma quando i dati sono quelli indicati, il vero tema etico è oggettivamente un altro!

Ciò premesso, devi anzitutto imparare a distinguere il «da consumarsi entro» dal «da consumarsi preferibilmente entro» perché in quel “preferibilmente” si nasconde una differenza enorme. Nel primo caso, infatti, la scadenza è perentoria e va cioè rigorosamente rispettata, perchè diversamente il prodotto potrebbe causare problemi alla salute; quando invece appare il famoso “preferibilmente” la data indicata è solo un consiglio per informarti che, da lì in poi, il gusto o la consistenza dell’alimento potrebbero via via cambiare leggermente.

Sebbene in Italia non si sia ancora provveduto in tal senso, nel Vecchio continente ci sono paesi che hanno addirittura annunciato che toglieranno la data di scadenza da centinaia di prodotti alimentari a lunga e sicura conservazione. In linea generale si sta parlando di pasta, riso, inscatolati, prodotti essicati, aromi, spezie e insaporitori anidri e così via.

Fermo restando che, prima di consumare un prodotto dopo la sua scadenza consigliata, è sempre bene attivare i nostri sensi, esaminando visivamente, olfattivamente e assaporandone un piccolo quantitativo, ecco di seguito una carrellata di alimenti che non scadono quasi mai.

Pasta: essendo asciutta, dura anche oltre 2 anni;

Riso: ancora più longevo della pasta. E’ più deteriorabile quello integrale e, in entrambi i casi, emette odore di vernice se irrancidito;

Aceto: è già considerato come vino andato a male per fermentazione batterica, pertanto non ha sostanzialmente scadenza;

Senape: contenendo aceto, ne assume le proprietà e può essere consumata anche mesi dopo la scadenza indicata;

Sale: conservante per eccellenza, è praticamente eterno;

Salsa di soia: essendo già fermentata come l’aceto e contenendo molto sale, resiste tranquillamente 3 anni;

Tonno in scatola: il suo processo di lavorazione e confezionamento lo rendono il pesce più longevo nella dispensa, anche fino a 5 anni;

Semi e legumi: l’assenza di acqua e la loro dura consistenza li rendono un’ottima fonte proteica per numerosi anni;

Zucchero: si mantiene per molti anni, avendo proprietà di conservante anche nelle confetture;

Miele: da considerarsi al pari dello zucchero;

Cioccolato fondente: al contrario di quello al latte, può resistere fino a 2 anni.

Ovviamente tutti questi alimenti devono essere stati conservati in modo corretto ovvero in condizioni di temperatura e umidità idonee e sufficientemente costanti e senza alterazioni della confezione.

Quindi ricorda: il potere del “preferibilmente” può tutelare la salute del tuo portafoglio e del nostro pianeta, senza mettere assolutamente a rischio il tuo benessere fisico.

Spero che anche questo appuntamento con il mio blog della Salute Alimentare ti sia stato utile e gradito.

Gustosi saluti dalla tua Biologo-Nutrizionista Subacchi Annalisa